© Simona Cresta
Dopo aver intervistato Ajla Del Ponte (atleta dell’anno 2020 Swiss Athletics, regina dei 100 m), abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata con Soccorso Cresta, maratoneta impegnato da anni nel mondo dello sport e del volontariato.
966 km di corsa in 19 giorni, da Lugano a Castelfranci (Avellino, Italia) nell’estate del COVID-19, accompagnato dal figlio Gabriele in bicicletta con una tenda sulle spalle!
Pianificazione versus imprevisti, il tutto accompagnato da spirito d’iniziativa e perseveranza.
Buona lettura!
Com’è nata l’idea di cimentarti in questa impresa?
L’idea è nata circa 7-8 anni fa, il mio intento era di creare una forma di gemellaggio tra il mio paese d’origine (Castelfranci, n.d.r.) e la città che mi ha ospitato per circa 50 anni (Lugano, n.d.r.). Per l’occasione ho fatto stampare delle magliette e dei gagliardetti raffiguranti entrambi i paesi con foto e loghi.
Vorresti condividere con noi il tuo percorso sportivo? Quando hai iniziato a correre?
Ho iniziato a correre nel 1993, dopo una decina di anni di bici, e non mi sono più fermato.
Quando hai iniziato ad allenarti per la maratona?
La mia prima maratona l’ho corsa nel 1994 a Venezia, dopo una preparazione specifica di 3 mesi.
A quali maratone hai partecipato? Qualche ricordo particolare che vorresti condividere con noi?
Ho partecipato a 48 maratone nel mondo tra cui New York, Boston, Roma (più volte), Amsterdam, Monaco, Vienna, Berlino, Praga. In Svizzera: Zurigo, Losanna, Lucerna e la Maratona Ticino a Tenero (più volte). Ho il mio record personale a Londra nel 1999, 2:55:32!
All’Ascona-Locarno Run ho partecipato più volte alla mezza maratona con il gruppo All4All Ticino, spingendo i nostri atleti.
Qual’è stata la maratona più emozionante (tracciato, atmosfera, …)?
Sceglierne una è difficile: New York è la Maratona, l’evento a cui tutti i podisti desiderano partecipare almeno una volta nella vita. Quella di Valencia è bellissima, sia per il percorso che per l’atmosfera che la circonda.
Torniamo alla tua ultima impresa, quando hai deciso di intraprendere questa avventura?
Inizialmente avevo pensato di intraprendere questa impresa nel 2021 visto che andrò in pensione.
La pandemia ha fatto scattare la molla nel mese di marzo 2020.
Vista la disponibilità di mio figlio Gabriele di accompagnarmi in bici, abbiamo deciso di partire il 30.07.2020.
Quali sono stati gli step di preparazione?
Ero già piuttosto preparato sulle lunghe distanze dato che avevo in programma la maratona di Barcellona a marzo 2020, che è stata poi annullata come tutte le grandi manifestazioni sportive.
Gabriele per allenarsi aveva pianificato di andare in bicicletta a luglio con un amico da Lugano a Friburgo dove studia…alla fine hanno percorso quasi 3’000 km in 28 giorni completando l’itinerario del Grand Tour della Svizzera, tra passi alpini, laghi, campagne e paesaggi bellissimi.
Come hai organizzato i tuoi allenamenti?
Ho iniziato a macinare più o meno 150 – 180 km a settimana, con andature più lente per abituare il mio fisico a distanze più lunghe. Nelle prime uscite è stato difficile abbassare il ritmo di allenamento.
Quali sono state le maggiori difficoltà incontrate?
Le maggiori difficoltà sono state diverse nella prima parte del percorso legate a strade trafficate e al gran caldo, in alcuni punti si percepivano fino a 40 gradi e c’era una forte umidità nella pianura Padana. Nella parte centrale, il percorso è stato migliore lungo la costa Adriatica dove ho potuto visitare dei luoghi fantastici, ne cito uno in particolare dove sicuramente vorrò tornare, la “via verde dei Trabocchi” (da Ortona a Vasto) in Abruzzo. A Vasto abbiamo lasciato il mare ed è iniziato il percorso più impegnativo, lunghe strade di campagna deserte con tratti in salita, molto dispendioso.
Raccontaci questa avventura, da dove siete partiti?
La partenza è stata il 30.07.2020 da Piazza della Riforma a Lugano con i saluti del Sindaco On. Marco Borradori e amici, tra cui alcuni podisti SAM Massagno che mi hanno accompagnato per alcuni km, Annamaria Solari addirittura fino a Mendrisio! All’ora di pranzo ci siamo fermati al Ristorante Carlino a Chiasso, pranzo offerto dall’amico Franco Santoro e nel tardo pomeriggio siamo arrivati a Mariano Comense percorrendo i primi 50 km. Siamo stati ospitati per la notte dall’amico di origini irpine Fausto Lepre.
Via via le tappe giornaliere superavano quasi tutte 50 km, attraversando Cremona, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Imola, Forlì giungendo al mare a Rimini. Lungo il percorso abbiamo incontrato molti amici tra cui Pier Paolo Catani, Giuseppe Caso, Maurizio Giuseppe.
Ogni giorno segnavamo sull’asfalto con un gesso il punto in cui mi ero fermato, punto da cui sarei ripartito l’indomani.
Avevate pianificato tutte le tappe?
Avevamo programmato le varie tappe, ma non avevamo prenotato nessun alloggio visto che non potevamo prevedere il punto preciso di arrivo, quindi ogni pomeriggio dovevamo trovare alloggio. Mia figlia Simona con mia moglie Maria e l’amico Francesco Salvatore Marinari ci hanno aiutato a distanza a reperire hotel e/o B&B ma, visto il periodo (Ferragosto) e la situazione legata al COVID-19, molte strutture erano piene o chiuse. Mio figlio trasportava anche una piccola tenda che abbiamo utilizzando alcune volte tra cui una sera abbiamo “dormito” in spiaggia a Falconara, mentre a Casacalenda il proprietario del B&B La Quercia essendo al completo, ci ha fatto montare la tenda in giardino. In un’altra occasione, non avendo trovato alcuna struttura, abbiamo chiesto ospitalità al parroco Don Stefano di Montenero di Bisaccia che ci ha permesso di dormire in sagrestia.
La seconda parte dell’intervista verrà pubblicata nella prima settimana di febbraio.